Ti sei messo a ragionare come sia cambiato negli ultimi anni il modo di comunicare di un brand? Come questi cambiamenti siano stati travolgenti per chi vuole comunicare il proprio business, piccolo o grande che sia? Queste righe nascono da una riflessione dello scrittore Christian Salmon che mi ha colpito molto, nel suo libro sostiene come oggi non si debba più parlare di brand image ma…di brand story.
La brand image, cioè, un concetto che nei libri universitari si spiega in tutti i modi possibili, con modelli di analisi di tutte le forme immaginabili, viene quasi sostituito da questo nuovo (e ormai necessario) modo di “far percepire la marca”, lo storytelling.
DAL MARKETING AGGRESSIVO AL MARKETING DEL CONTENUTO
Una marca, un’azienda, un piccolo business, trasmette non solo un messaggio commerciale, ma un insieme di valori, una personalità e una reputazione. L’immagine di una marca è, appunto, questo insieme di opinioni e di percezioni presenti nella mente di un consumatore. Negli ultimi anni, però, l’evoluzione imponente dello scenario comunicativo ha rivoluzionato le “regole” del marketing e del comunicare e questo insieme di valori e percezioni non può più arrivare al consumatore in “chissà” quale modo.
Si è passati, infatti, da un marketing aggressivo in cui il brand entra con violenza nella quotidianità del consumatore per farsi conoscere (con uno spot non voluto, con un fastidioso banner o con una noiosa sponsorizzata) a un tipo di marketing strategico (inbound marketing) in cui è l’utente a trovare il brand, è lui che, sentendosi identificato con i valori della marca, lo cerca. Perché ne ha bisogno, perché il contenuto che il brand comunica gli è utile o lo emoziona.
E qui avviene il magico passaggio.
IL MONDO NARRATIVO DEL BRAND
Uno degli approcci per creare interesse nel consumatore e creare un legame fatto di emozioni e fiducia, è proprio lo storytelling. Cioè, l’approccio narrativo che utilizza i racconti per trasmettere un messaggio. Da questo punto, dunque, si può iniziare a parlare di brand story, anzi, si può iniziare a “raccontare” la brand story in tutte le sue sfaccettature, non solo per “trasmettere” un messaggio, ma per far sì che il pubblico letteralmente si immerga nell’universo narrativo del brand, facendolo sentire a casa, facendolo emozionare e creando un legame profondo di identificazione.
COMPLESSO PER UNA MICRO ATTIVITÀ? NIENTE AFFATTO.
Quando io parlo di brand, non parlo solo di grandi realtà strutturate, ma parlo anche delle più piccole attività. Per fortuna (e per forza di cose) anche le micro attività e i liberi professionisti iniziano ad approcciare la comunicazione del proprio business dando priorità al contenuto. Una comunicazione ragionata e progettata è ormai necessaria, una cosa che trascina e di cui ad un certo punto non si può più fare a meno.
Lo storytelling è senz’altro uno degli strumenti della narrativa che può dare, soprattutto ai piccoli business, un grande aiuto nel comunicare, attraverso i racconti, l’essenza della marca e tutto quello che ha da dire per farsi conoscere dal consumatore, consumatore che diventa audience e che non aspetta altro che fruire di contenuto interessante, che lo faccia emozionare.
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