Internet è una risorsa preziosissima, un contenitore pieno di idee, pensieri e informazione. Ma le fake news sono sempre in attesa di essere condivise e pronte a nutrire la disinformazione.
Cosa spinge una persona a creare o a diffondere una fake news?
I motivi possono essere tanti, e si spazia dall’inconsapevolezza alla volontà di fare danni, tipo:
- Per generare traffico in un sito: semplice, il traffico genera visualizzazioni, le visualizzazioni generano click, i click generano soldi.
- Per condizionare l’opinione pubblica su un argomento specifico: i più “gettonati” sono i temi politici, climatici, tecnologici, sanitari. Esatto, tutto (purtroppo).
- Per questioni personali: non solo quando si divulgano storie false, parziali o fuori contesto su una persona, ma anche quando si creano profili social falsi.
- Per semplice divertimento: sì, purtroppo c’è chi si diverte ad approfittarsi delle persone.
- Per inconsapevolezza o ignoranza: questa è una delle cause più comuni di divulgazione, ma è anche quello che possiamo combattere più facilmente.
È molto importante saper riconoscere i segnali di una notizia falsa, ma quali sono?
- Fonte dubbiosa: su internet possono scrivere tutti, chi ne sa e chi non ha idea di quello che dice o peggio, chi ha cattive intenzioni.
- Fai caso al nome del sito, potrebbe avere nomi sospetti o ingannevoli e diffida dell’informazione di siti sconosciuti o non verificati.
- Identifica i tuoi punti di riferimento attendibili per l’informazione sui temi più importanti. Ad esempio, per informarsi sull’attuale emergenza sanitaria, le info da seguire sono quelle dei siti ufficiali come quello della Regione, del Ministero, dell’Ansa, o della OMS. Oppure le news dai portali creati da fonti ufficiali, come quello di Facebook che puoi vedere qui.
- La notizia non è riportata su altri siti attendibili: non informarti su un solo sito, incrocia l’informazione con altri siti attendibili per verificare che il contenuto sia veritiero.
- Titoli sospetti: diffida dai titoli urlanti, con esortazioni a condividere o a diffondere con urgenza, con errori di ortografia o di battitura, o di quelli che causano una enorme curiosità ma non arrivano mai al punto.
- Dati numerici o qualitativi senza fonte: quando si parla di ricerche, studi, o si danno numeri, verifica che le fonti siano ben specificate (titoli e autori dei libri, siti con link cliccabile, nome di istituti o ricercatori, devono essere sempre chiari e visibili).
- Data di pubblicazione inesistente o vecchia: in questo caso, più che di notizie false si parla di notizie vecchie che possono essere obsolete, ugualmente pericoloso, se diffuse nel momento sbagliato. Per esempio, quanta informazione obsoleta ti è capitata fra le mani in questi mesi di pandemia, quando ogni settimana uscivano misure e decreti nuovi? Tantissime! Quindi, se la data non c’è o è vecchia, è meglio non diffondere la notizia, soprattutto se si tratta di temi delicati.
E infine, se vuoi unirti alla lotta contro la diffusione di fake news, disinformazione e truffe digitali, ricorda che:
- Nessuno chiede mai informazione personale via mail,
- nessuna scoperta imminente fatta da professionisti seri verrebbe comunicata tramite Whatsapp,
- Facebook non può cambiare la tua privacy o non cancellare il tuo account se copi e incolli un messaggio specifico;
- puoi segnalare qui, sul sito della Polizia Postale, qualsiasi notizia falsa, ingiuriosa o diffamatoria o che possa destare allarme sociale;
- puoi segnalare le news false su ogni canale social direttamente dal post in questione;
- non condividere se non hai letto fino in fondo o se hai dubbi sul contenuto;
- se vedi l’evidenza, segnala, non lasciarlo per dopo.
Le fake news, purtroppo, sono altamente virali e possono causare moltissimi danni, in questi mesi abbiamo avuto la prova tangibile.
Dovremmo stare tutti dalla parte dell’informazione corretta e attendibile. Sono sicura che insieme, con la giusta consapevolezza, possiamo navigare e diffondere informazione in modo responsabile :)
Ciao, sono Romina.
Ho sempre provato una smisurata gioia nel comunicare con il mondo e nel comunicare “il mondo”, di parlare con le persone, capirle, viverle.
Come brand strategist, ho il bellissimo compito di orientare i brand, sia in fase di avvio, che nel momento in cui si sente l’esigenza di fare uno step in avanti.
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